
Perché il simbolo dell’equilibrista?
Durante il mio viaggio in Sud Africa posai lo sguardo su un graffito e subito capii che per me aveva un significato, capii che mi riconoscevo in quella figura sospesa in aria, seduta su un filo e intenta a leggere un giornale.
L’equilibrista si trova in bilico sul filo della vita. Un’altalena su cui ergersi in imperfetto equilibrio, un’impresa faticosa e al tempo stesso estremamente rilassante.
Me ne innamorai e decisi di farla mia.
Riuscivo a rivedermi dentro quell’immagine, sospeso tra le scelte che dovevo fare e quelle che già avevo compiuto.
Scelte che mi hanno portato a trovare il mio equilibrio personale grazie alla possibilità che mi è stata data di vivere attraverso le proprie passioni e di amare il proprio lavoro.
Come riporta il filosofo cinese Confucio “Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita”.
Decisi quindi inserire quelli che considero gli elementi essenziali della mia vita di produttore:
- il bicchiere di vino: il simbolo per eccellenza della condivisione e per me emblema di svago, benessere e piacere;
- il libro: simbolo di conoscenza, ma soprattutto della curiosità con cui bisogna guardare ogni sfida, in quanto il mondo del vino e la sua cultura sono immensi ed è impossibile esserne sazi;
- l’ombrello: rappresentazione del meteo e della sua instabilità; non si può produrre uva e vino di qualità senza le giuste condizioni atmosferiche. Per la sua essenzialità non poteva non essere presente nella mia etichetta.